Due parametri chimico-fisici molto importanti per caratterizzare in generale la presenza di sali minerali nell’acqua sono il suo residuo fisso e la sua conducibilità( o conduttività). I sali presenti nell’acqua si trovano sottoforma di ioni che permettono il passaggio di corrente elettrica, e quanto più alta è la loro presenza tanto maggiore è la relativa conducibilità elettrica.
L’unità di misura di questo parametro è il micro Siemens per centimetro con una misura effettuata ad una temperatura di 20°C.
Con la regolamentazione recepita dal decreto D.Lgs 31/2001, la conducibilità dell’acqua non deve superare i 2500 μS/cm a 20°C. Questo valore indica il limite massimo che l’acqua per uso potabile non deve superare e nasce dal fatto che più è alto questo valore tanto più elevata è la presenza di sali minerali disciolti, quindi oltre questo valore si ha un indicazione della modifica della qualità dell’acqua.
Da cosa è influenzato questo valore?
Nell’acqua sono presenti disciolte tutte quelle sostanze che ha incontrato nel suo passaggio attraverso i vari strati di roccia che ha attraversato, di conseguenza ogni tipo di acqua ha una concentrazione differente di sali e metalli. Tra questi possiamo trovare solfati, cloruri, fluoruri, magnesio, potassio, etc.
Tutti questi componenti contribuiscono a determinare ciò che compone il residuo fisso presente nelle acque; per determinarlo si fa evaporare l’acqua ad una temperatura di 180 °C e ciò che resta è una parte solida composta da sali che prima erano disciolti nell’acqua stessa.
Il residuo fisso di un acqua determina una sua classificazione in:
• acque oligominerali se hanno il residuo inferiore a 500 mg/l
• acque medio minerali per valori compresi tra 500 e 1500 mg/l
• le acque che hanno un valore superiore a 1500 mg/l sono dette acque ricche in sali minerali.
Avere delle acque a basso residuo fisso è utile a chi soffre di particolari patologie, come le calcolosi renali, le quali potrebbero essere esasperate se l’acqua che si beve è troppo ricca in sali minerali, dovendo cercare un effetto diuretico dall’acqua che si beve, che dovrebbe reidratare e filtrare il nostro organismo dalle scorie invece che appesantirlo.
Come controllarlo
Un ottimo metodo per poter controllare il contenuto di queste sostanze presenti nell’acqua è il processo di osmosi inversa. Con questo metodo si forza l’acqua ad attraversare delle membrane semipermeabili per mezzo dell’applicazione di una forza di pressione, ed in questo modo è possibile controllare il contenuto in sali presenti nell’acqua che esce dal nostro rubinetto.
Il sistema di filtrazione ad osmosi inversa
L’installazione di un sistema di filtrazione ad osmosi inversa potrà essere effettuata sia sopralavello, con limitati interventi tecnici, come anche sottolavello e sottozoccolo con un risultato estetico sicuramente migliore.
Inoltre nella scelta è possibile anche optare per un modello con rubinetto a 5 vie che permette la maggiore flessibilità possibile in fatto di utilizzo. Con questo tipo di installazione si può prelevare direttamente dal rubinetto dell’acqua filtrata a temperatura ambiente, ma anche acqua refrigerata ed acqua naturale.
Naturalmente è molto importante che la qualità di un sistema di filtrazione ad osmosi inversa sia la migliore possibile.
Non farsi allettare da modelli a prezzi troppo bassi perché a fronte di un apparente risparmio si potrebbe avere un prodotto di scarsa qualità magari privo delle necessarie certificazioni a norma di legge. Per questo è consigliabile sia in fase di scelta che di montaggio la consulenza fornita da un installatore professionista, il quale può valutare puntualmente sia il tipo di modello più adatto all’installazione specifica che consigliare il tipo di installazione migliore da effettuare.